lunedì 13 marzo 2017

Gara #10 - Roma Ostia Half Marathon


Quante volte nei racconti dei runners viene usata l'espressione "la corsa come metafora della vita"? Stavolta ho avuto modo di sperimentare direttamente quanto sia vera questa frase. L'idea di provare a spingersi oltre i propri limiti, anche al di là di quelli che sembrano invalicabili è la molla per capire quanto molto spesso siamo noi i primi a sottovalutarci e a non credere in noi stessi. Lo so, sembra tutto così pallosamente banale e retorico, ma sono le uniche parole con cui riesco a trasmettere l'emozione che mi ha attraversato ieri durante la mia seconda Roma-Ostia.


 Arrivo all'Eur qualche minuto prima delle otto, quando già il piazzale davanti al Palalottomatica è pieno dei colori variegati delle centinaia di runner che gironzolano, corricchiano, si cambiano, prendendo confidenza con l'atmosfera della gara. Mi cambio velocemente e provo anche io ad abbozzare una corsetta di riscaldamento, l'aria è frizzantina ma rispetto all'anno scorso il vento è più debole e il sole riscalda di più. Ho deciso di mettermi una maglia termica sotto la maglietta della Roma-Ostia e alla fine la decisione è stata giusta: mi ha riscaldato prima del via, quando siamo dovuti stare più di mezz'ora fermi in griglia, e non mi ha dato particolarmente fastidio durante la gara.

All'apertura delle griglie decido subito di entrare nella mia, quella dei "good runner". Corricchio ancora un po' poi decido di posizionarmi per la partenza, quando mancavano oltre trenta minuti al via. Minuti che, però, passano presto e già è il momento del conto alla rovescia. Tre, due, uno, si parte! Il caos della partenza si prolunga fino a Viale Europa, poi i vialoni dell'Eur aiutano a dare ad ognuno il proprio spazio. Io sono partito fianco a fianco con i pacer dell'ora e mezzo. Il mio obiettivo sarebbe scendere sotto l'1h35minuti, ma decido di provare a tenere sott'occhio quelli che ho gomito a gomito e, nel caso, lasciarmi sfilare lungo il percorso.



Così, per tutta la prima fase di gara mi tengo a circa 50 metri dai palloncini blu che sono diventati il mio riferimento. Poi all'imbocco della Colombo provo a star dietro a quello dei due pacer che si avvantaggia, anche perchè vedo che il passo dei 4'15"/Km. viene tenuto in maniera impeccabile. Si avvicina nel frattempo la temibile salita del camping. Il passo si accorcia, il battito accelera e alla fine della salita sono ancora dietro al mio pacer. Il pensiero, guardando il mare laggiù lontano. è quello di provare a gestire il cedimento che vedo prossimo.

Invece dopo il 15° chilometro, senza neanche accorgermene, affianco i palloncini e continuo a spingere. Il ritmo si assesta intorno ai 4'10" e approfittando del falsopiano in leggera discesa vado e vado. Gli ultimi 3 chilometri sono insidiosi, leggera ma costante salita che con i pprecedenti 20 chilometri sulle gambe, si fanno sentire eccome. Il ritmo inevitabilmente ne risente, ma ormai facendo i conti in proiezione incomincio a rendermi conto che l'obiettivo di rimanere sotto l'ora e mezza è incredibilmente a portata di mano.

Arrivo alla rotonda e ormai il più è fatto, provo a spingere nell'ultimo chilometro affrontando con le ultime forze a disposizione il biscotto sul lungomare. Ormai l'arco dell'arrivo è a vista e ho la certezza che, quello che mai avrei sperato, si è realizzato. All'arrivo alzo lo sguardo, vedo il cronometro generale che segna poco sopra 1 ora e 29, poi guardo il mio Gps e vedo il tempo 1 ora 28 e 57!! Ho dato tutto, e si vede dalle zone cardiache che ho utilizzato.



Esulto tra me e me mentre mi copro col k-way, mi ristoro e prendo la splendida medaglia da finisher.
Mentre torno a casa a metà tra l'incredulo e il soddisfatto, con un miglioramento sul personale davvero incredibile (quasi 9 minuti) e la mitica barriera dell'ora e mezza frantumata. Mi sono classificato 950° su 9989 arrivati. Anche le sensazioni fisiche mi danno molta fiducia in vista della Maratona del 2 aprile: il giorno dopo, infatti, a 24 ore dalla gara, il piede destrook, mentre registro diversi dolori muscolari soprattutto ai quadricipiti femorali, segno di quanto abbia spinto in gara.

Dati Garmin Connect - Clicca per ingrandire


Un'ultima annotazione tecnica emerge dall'analisi della mia gara km per km effettuata sulla base dei dati di Garmin Connect. Analizzando i vari tratti di 10k percorsi (dal 1° al 10°, dal 2° all'11° e così via), a partire dal 5° chilometro ho sempre tenuto sui 10000 metri un tempo inferiore al mio record ufficialmente cronometrato (42'10" alla XMilia di due settimane fa) fino al miglior tempo realizzato dal 12° al 21° chilometro di 41'07".

TDS Risultati Ufficiali - Clicca per ingrandire




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